martedì 29 maggio 2012

suggestioni di una serata a salvailsociale


ripropongo qua il rimando di una lavoratrice che ha partecipato all'incontro con georges tabacchi del 17 maggio, che ha voluto condividere le sue riflessioni.

Faccio un po' fatica a focalizzare tra tutto quello che si è detto giovedì 17, ma siccome George Tabacchi ce lo chiede... ci provo.
Per me è stato il primo incontro con Salvailsociale, non per poco interesse ma per la tirannia del tempo; questo per dirvi che in sordina, un po' fantasma, ma ci sono
L'incontro. Sicuramente denso. Condividere tra operatori del sociale, anche le frustrazioni, è sempre stimolante, arricchente e "terapeutico". Le suggestioni di George su cosa è possibile, su cosa si è fatto in altri ambiti... dà sollievo, apre uno spiraglio. Ma: si è detto tanto su come le Istituzioni e le Cooperative  abbiano lacune. Le riflessioni fatte dai colleghi e dalle colleghe le trovo molto interessanti. Ma noi, io in primo luogo, singola educatrice che faccio per modificare questo ingranaggio che non gira? Per tutelare prima ancora del mio posto di lavoro la qualità del mio lavoro. Non per fare l'idealista: per campare i soldi servono a me come a chiunque. Però ci sono livelli diversi: se lavoro male perchè sono incapace o lavativa il problema se perdo il lavoro è esclusivamente mio e devo pure prendermi la responsabilità in toto; se lavoro in un servizio inutile, allora è bene che si chiuda. Ma se si parla di servizi utili importanti che si vogliono tagliare? E ancora peggio se vengono gestiti male dei servizi che invece sarebbero utilissimi? (per cattiva gestione comunale o della cooperativa). Questo e spreco. Come ha detto un educatore presente all'incontro, è un furto perchè le risorse destinate alle fasce deboli servono a pagare il mio stipendio senza dare benefici a chi dovrebbe essere il beneficiario.
Quindi: io che faccio?
Sono uscita dall'incontro con questa domanda, che continua a ruminarmi in testa.
Le responsabilità altrui sono facili da vedere. Ma non mi basta più. Voglio capire le mie responsabilità.
Comunque dopo l'incontro ho deciso di "buttarmi" in una situazione molto critica che sto seguendo. Ho deciso di non aspettare i tempi e le decisioni altrui ma ho preso iniziative autonomamente (se ci saranno responsabilità d prendere le prenderò), convinta che alcune cose potranno sciogliere la situazione aggrovigliata per quella persona, vista l'urgenza, non ho aspettato la condivisione di tutti i soggetti implicati (questa modalità ha fatto perdere già troppo tempo e chi ne paga le conseguenze è solo il soggetto debole che andava tutelato).
è un inizio? ho sbagliato? non so
Forse questa più che una riflessione in merito all'incontro dello scorso giovedì è uno sfogo. Nel caso scusatemi.

daniela

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